Anzio Hotel - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
PARCO ARCHEOLOGICO
 L'area interessata dall'intervento di restauro, fruibile da parte di visitatori con visite guidate, è costituita, a livello stradale, da una serie di reperti archeologici comprendenti la Villa vera e propria, una zona piana, dove hanno avuto luogo gli interventi strutturali e la "Biblioteca" recentemente restaurata, da dove provengono dei pregevoli affreschi, attualmente restaurati, che verranno esposti nel Museo Archeologico della città. Suggestiva è la vista d'assieme delle "murature antiche", che dal livello stradale scendono fino alla spiaggia sottostante per circa 15 metri di altezza. Fermo restando l'impellente necessità di un consolidamento e protezione a mare (i lavori sono già in atto) di tutta la zona archeologica, il parco è stato opportunamente delimitato al fine di permettere l'accesso alle sole zone ritenute sicure. L'intervento di arredo e riuso dell'antica residenza imperiale prende spunto, a livello planimetrico, dalla lettura dei ruderi rimasti, che evidenziano una struttura muraria di tipo circolare. Infatti, partendo da un centro ideale posto sull'asse dell'antico Arco Muto, ultimo di una serie di archi a sostegno di una terrazza sul mare (di epoca romana), si sviluppa, simulando le onde create da un sasso lanciato in uno stagno, tutta una serie di "tracce". L'ingresso al parco è subito evidenziato da una sorta di barca in mattoncini che contiene la biglietteria e i servizi. Prima dell'ingresso al parco, sulla destra, un manufatto sempre in mattoni con grandi finestre. E’ chiaro che prima di edificare le costruzioni, sono stati eseguiti tutti i saggi di scavo necessari. Mentre sulla sinistra avrà sede in futuro l'atelier della scultura vegetale "laboratorio di opus topianum", tecnica molto in voga nei giardini romani antichi. Quest'area ha lo scopo di riproporre la potatura formale presente nei più raffinati giardini ma anche di costituire un qualificato punto di richiamo per i fruitori dell'area archeologica. Dopo l'ingresso, delimitato da un cancello, camminando su elementi tipo "mattonforte", poggiati a terra per consentirne la rimozione (nel caso di futuri scavi archeologici), incontriamo il giardino romano ispirato ai giardini presenti a Pompei, le due ali porticate con al centro lo spazio spettacoli, ed ancora le aiuole contenenti diverse essenze arboree in uso negli antichi giardini romani. Tutto il parco è delimitato, verso via Fanciulla d'Anzio, da una recinzione mentre, all'interno, una siepe verso il Museo alta circa 160 cm. e una verso il mare alta circa 100 cm., consente di godere del panorama. La siepe sarà in atriplex halimus avrà una doppia funzione "protettiva", sia per il pubblico dei visitatori che per i venti salini che altrimenti danneggerebbero le piante ornamentali. Nelle "aiuole" poste in fondo e sicuro momento di attrazione per il pubblico sono poste alcune piante utilizzate dai Romani nei loro giardini. Ogni specie è corredata da pannelli esplicativi. I parametri che hanno caratterizzato la scelta sono la diversità biologica (arbusti, rampicanti, striscianti, ecc.) ed utilitaristica (ornamentale, alimentare, ecc.) oltre al minore impegno manutentivo. Una parte del portico in futuro verrà organizzata con totem illustrativi atti a descrivere gli elementi che entravano nella composizione dei giardini privati di epoca romana. Il fine è quello di proporre al visitatore un quadro d'insieme che possa fargli comprendere la molteplicità di forme e la raffinata organizzazione degli spazi verdi cari alla civiltà romana; va considerato che questo tipo di Museo del Giardino (unico in Europa) sarà un continuo work in progress. PARCO ARCHEOLOGICO Il portico prende spunto dalle "pergulae" (pergole) romane, molto in voga nelle ville patrizie: un'architettura effimera con colonne rivestite in rame che fungono da lampade, e un sinuoso frontale in tubi di acciaio sui quali si possono montare i cavi in acciaio necessari alla collocazione di tende di protezione. Un luogo, dunque, arredato con sedili dove consentire piacevoli soste per gli "otia" tanto celebrati, ma anche supporto per mostre all'aperto, attraverso un sistema molto semplice di tiranti costituito da corde che, calando dal frontale, si fissano a ganci sul pavimento e sostengono un pannello sul quale si possono collocare diverse immagini. Alcune di queste colonne saranno circondate da piante rampicanti. Al centro dei due portici sull'asse dell'ingresso una zona delimitata verso il mare da colonne, potrà essere utilizzata per spettacoli: facile intuire la suggestione raggiungibile grazie alla bellezza naturale del luogo. Infine il percorso dedicato alla visione vera e propria della Villa, sempre delimitato verso il mare da una siepe in Atriplex halimus alta circa 100 cm. con pavimento in ciottoli: un totem esplicativo con informazioni storiche segna il punto d’inizio delle visite guidate. Al centro del percorso con funzione di belvedere una pensilina sopraelevata, di circa 70 cm. collocata tra le "Terme" e la "Biblioteca" con pavimento in mattonforte e ringhiera in ferro zincato, fornirà la possibilità di vedere i "ruderi" in tutta sicurezza. Alla fine del percorso è posto un secondo belvedere per ammirare il resto della Villa. Per quanto riguarda gli interventi di restauro si sono individuate tre aree con differenti problematiche conservative e diversi livelli di fruibilità: un'area frequentabile dal pubblico, ma con forte degrado delle strutture (area presso il faro), un complesso autonomo di forte impatto visivo, ma non fruibile direttamente (cd. biblioteca), un'area articolata su diversi livelli, dal mare alla strada moderna, con notevole movimento scenografico delle strutture (Terme). Tale area è resa completamente fruibile attraverso le nuove opere di restauro e di sistemazione paesaggistica. In base alle diverse peculiarità si sono realizzati alcuni tipi di interventi.
RISERVA DI TOR CALDARA
 Sino al secolo scorso la piana costiera a sud della foce del Tevere, fino al Circeo, era occupata da immense foreste quali la Selva Laurentina, la Selva di Nettuno, la Macchia di Cisterna e la Macchia di Terracina di cui sopravvivono circa 3000 ettari all'interno del Parco Nazionale dei Circeo. I poco più di 40 ettari della macchia di Tor Caldara costituiscono un aspetto della Selva di Nettuno, originariamente estesa tra Torre Astura, Tor S. Lorenzo e Campo di Carne.Il bosco occupa un promontorio rilievato pochi chilometri a nord-ovest di Anzio, presso la Via Ardeatina, formato dalla sovrapposizione di sedimenti pliocenici argilloso-marnosi, ricchi in fossili di molluschi marini e sabbie pleisto-oloceniche fini, delle antiche dune costiere. Numerose emissioni di anidridecarbonica e idrogenosolforato, assieme alla forte mineralizzazione delle rocce, indicano l'esistenza di serbatoi magmatici profondi, collegati al vicino Vulcano laziale (oggi l'area dei Colli Albani). L'area di Tor Caldara fu frequentata sin dall'antichità, come testimoniano strumenti in pietra ritrovati sul luogo: la zona rilevata, doveva costituire un ottimo osservatorio per la caccia alla selvaggina che frequentava, numerosa, le antiche piane costiere. Non mancano reperti dell'età del bronzo mentre al periodo romano risalgono le strutture di una villa marittima che occupava gran parte del promontorio e che è stata messa in luce nella campagna di scavi archeologici dell'estate 1999. La torre circolare, posta sul punto più rilevato fu realizzata nel medioevo a difesa dalle frequenti incursioni di pirati saraceni ed ottomani, ma fu Marc’Antonio Colonna a darle, verso il 1565 l'attuale aspetto. Nel 1813 l'edificio fu gravemente danneggiato nel corso dello sbarco di truppe inglesi. Le solfatare, antiche miniere di zolfo a cielo aperto, riattivate dallo stesso Colonna, restarono in servizio per alcuni secoli ed hanno restituito abbondante materiale ceramico riferibile alle vecchie "caldane", recipienti in terracotta utilizzati per l'estrazione dei minerale. Isole Pontine
Il Castello medioevale, già manomesso dai restauri del 1817, dopo l'ultima guerra mondiale è rimasto solo con la parte del torrione all'inizio del molo. La villa di Nerone si presenta oggi come una serie di ruderi lungo la spiaggia e ne rimangono altri nella così detta "Grotta di Nerone", con grandi locali di antichi magazzini portuali. Da visitare anche la bella Villa Borghese tra il verde ed il mare e a testimonianza del triste passato bellico il Cimitero Inglese.
Isole Pontine
 L'Arcipelago delle isole Pontine o Ponziane (Provincia di Latina, Lazio) è composto da due gruppi di isole, disposti quasi per NW-SE e distanti fra loro circa 22 miglia. Quello Nord - occidentale comprende l'isola di Ponza (Comune) e le isolette di Palmarola, Gavi e Zannone. Quello Sud - orientale comprende Ventotene (Comune) e l'isolotto di S. Stefano.
Cimitero Inglese
 Anzio visse il periodo dell'entrata dell'Italia in guerra, nell'ultimo conflitto mondiale, un pò come tutto il resto del Paese cioè senza modificare il suo tenore di vita.
Nei giorni di armistizio tra l' 8 ed il 10 settembre 1943 la popolazione civile iniziò a contare le sue prime vittime causa la rivolta contro le truppe Tedesche.
La popolazione del litorale fu evacuata come si legge dai tanti proclami.
Basilica S.Teresa Basilica S.Teresa
 Costruzione monumentale dedicata alla Santa di Lisieux. Ne furono iniziati i lavori di costruzione nel 1926. La Chiesa di stile romanico è carat- terizzata da una fronte slanciata e sagomata da piatte lesene laterali. Il corpo centrale è limitato da due lesene che corrono fino al fastigio, il portale si apre sotto un piccolo protiro. Le trifore poggiano su un cornicione sottolineato da archetti ornamentali in stile arabescante. L'interno è nel più' perfetto stile tardo romanico: ha tre navate con matroneo, transetto e pavimento cosmatesco con marmi vari e smaglianti nei colori, provenienti da Villa Spigarelli. L'altare maggiore è stato offerto da Pio XI devoto di questa Santa come si vede in una iscrizione sul davanti: "Ex voto PiiXI Papae". La Chiesa Santuario nazionale dedicata a Santa Teresa sorge sul luogo ove già esisteva una piccola cappella dedicata alla "Santa delle Rose".L'ampio salone della Chiesa è recinto da un chiostro di forma rettangolare a colonnine di marmo bian- co alterne a pilastri di cotto. Completa questo monumento l'altissima torre campanaria a base quadrangolare, dedicata ai caduti nella battaglia di Anzio (1944). Si puo' accedere alla cima del campanile tramite ascensore avendo così la possibilità di godere la visione di un vasto panorama: Anzio, Nettuno, la pianura pontina fino al Circeo da un lato e l'azzurro Tirreno dall'altro.
Porto  Parlare di Anzio significa parlare del suo porto, che con le sue attività costituisce per Anzio la maggior risorsa economica. Il porto è ricco storicamente, culturalmente e socialmente, per questo con la città è un tutt'uno. Per il visitatore che raggiunge il porto occasionalmente percorrendo via XX Settembre fino al molo, all'altezza di piazza S.Antonio,dove c'è l'attracco degli aliscafi diretti alle Isole Pontine, lo spettacolo che gli si propone all'improvviso può paragonarsi a quello che si ha giungendo a piazza S.Pietro. Alla maestà del "Cuppolone" e del colonnato che lo abbraccia, fanno riscontro i lunghi moli e le banchine con le palazzine circostanti che coronano lo specchio d'acqua contrappuntato dai battelli all'ancora.  Il porto ha una superficie di circa 18.500 mq e uno sviluppo di banchine e moli commerciali di circa 1,000 MT. L'attività primaria del porto è destinata alla pesca, la sua tradizione risale all'epoca Volsca quando funzionava ancora il primo porto cosiddetto "Caenon". Sono trascorsi tremila anni e questa attività non si è mai fermata .Ad Anzio fa ancora capo una flottiglia di paranze che tutte le mattine salpa per rientrare all'imbrunire, dando vita all'interessante quanto inconsueto rituale dello scarico del pesce e della pulizia delle reti Sul molo ha immediatamente la vendita del pescato. Lungo il molo di levante e la darsena "Phamphili" si trovano allineate le numerose imbarcazioni da diporto e da competizione degli appassionati di motonautica e vela. Mentre si passeggia lungo le Banchine, adocchiando le vetrine, sedendo nei numerosi caffè o nelle verande dei ristoranti, è frequente ammirare nello specchio d'acqua di fronte al porto fino all'orizzonte il volteggiare dei surf.  Per i residenti ed i turisti la passeggiata sul molo di ponente è d'obbligo, lo spumeggiare delle onde contro le scogliere, le manovre di ormeggio delle ,imbarcazioni l'inarcarsi delle canne da lancio dei pescatori dalle scogliere, il tutto colorito dal riflesso del mare ed arricchito dal profumo salato della brezza del vento ci offrono ogni volta una nuova emozione.